Ad una settimana dall'immane tragedia del mare, avvenuta lungo le coste della nostra regione, è giusto meditare con  qualche riflessione a riguardo, le quali sicuramente non sono mancate nelle classi come nelle coscienze individuali di noi tutti.
Partendo dallo spunto suggeritomi dal mio collega Francesco Fiumara, ex docente di lettere, che intravede nel Mediterraneo, attraverso le pagine dello storico Fernand Braudel, un'immagine suggestiva: «Quanti mondi identici, o quasi, si ritrovano sugli orli di regioni lontane e differenziate nella loro massa, come la Grecia, la Spagna, l’Italia, l’Africa del nord; quanti mondi viventi del medesimo respiro!» [Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo, 1949], arriviamo ad una analisi storica che ci riporta purtroppo ad una triste realtà quotidiana fatta di uomini, donne e bambini in fuga da fame, guerre, violenze e povertà o più semplicemente alla ricerca di un posto più felice. Una tragedia, quella della settimana scorsa, che rende ancora più attuali le parole di John Donne "Nessun uomo è un'isola" (1624) da cui prende spunto un nostro progetto educativo. 
Dunque, il Mare Nostrum da sempre crocevia di migranti, ma non solo: anche luogo di scambio di civiltà, cultura e saggezza. Ed è proprio partendo dai valori classici dell'Ellenismo, fondamenta della civiltà, che il Mediterraneo  deve trarre la sua vera ricchezza: solo attraverso la solidarietà, l'accoglienza dell'altro, il rispetto del valore della persona è possibile superare quegli atteggiamenti di tracotanza, superficialità e indifferenza, capaci di restituirci, sempre,  anche nella sofferenza altrui, una dimensione più umana.
Il Dirigente scolastico
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